ORDINE EQUESTRE
DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME
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   Sei in >Le Diocesi della Sezione Abruzzo e Molise - Termoli - Larino
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La Diocesi di Termoli - Larino

La diocesi comprende 34 comuni molisani, tutti in provincia di Campobasso: Acquaviva Collecroce, Bonefro, Campomarino,

Casacalenda, Castelbottaccio, Castelmauro, Civitacampomarano, Colletorto, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Lucito, Lupara, Mafalda, Montecilfone, Montelongo, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Palata, Petacciato, Portocannone, Provvidenti, Ripabottoni, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Tavenna, Termoli e Ururi.

Cattedrale di Termoli

La sede vescovile è Termoli, dove si trova la basilica cattedrale di Santa Maria della Purificazione (detta dei Santi Basso e Timoteo) di Termoli; a Larino si trova la concattedrale di San Pardo.

Il territorio è suddiviso in 51 parrocchie, raggruppate in 6 zone pastorali: Campomarino,

Castelmauro, Larino, Montenero di Bisaccia, Santa Croce di Magliano e Termoli.

La diocesi di Larino venne eretta nel V secolo, originariamente era suffragnea dell'arcidiocesi di

Benevento.

Termoli era già sede vescovile nel 946, quando il metropolita di Benevento ingiunse a un vescovo usurpatore, Benedetto, di lasciare il governo di quella diocesi.

Il concordato tra Pio VII e Ferdinando I del 1818 sancì la soppressione della diocesi di Guardialfiera, il cui territorio andò ad aggiungersi a quello della diocesi di Termoli.

Cattedrale di Larino

Il 30 settembre 1986 le diocesi di Termoli e di Larino sono state unite e la diocesi risultante ha assunto il nome attuale ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Campobasso-Boiano.

San Basso Vescovo e martire.

Santo più controverso di s. Basso, è difficile trovarlo, egli è commemorato nel ‘Martirologio Romano’ al 5 dicembre, come martire e vescovo di Nizza (Nicia).

Ma prima del 1583, quando il suo nome fu inserito nel ‘Romano’ da Cesare Baronio, egli era sconosciuto nella zona, non comparendo negli elenchi episcopali della città.

Quando gli studiosi trovarono un s. Basso vescovo di Nicaea, sconosciuto alle liste vescovili di Nicea della Bitinia, si concluse che fosse vescovo di Nicaea presso il fiume Varo, cioè Nizza.

Ma altri studiosi lo escludono, giacché nelle due ‘passio’ esistenti e compilate verso il 1350, si parla di “proceres Asiae”, quindi è più probabile che fosse vescovo della Nicea di Bitinia e fu ucciso sotto gli imperatori Decio e Valeriano (251 o 253 ca.).

L’incertezza continua con le reliquie e il culto diffuso in molte città italiane del litorale adriatico, specialmente a Cupra Marittima che crede di possedere il corpo di s. Basso; a parte l’autenticità di queste reliquie, il Basso venerato in Italia, sembra che debba essere identificato nel martire Dasio di Dorostoro, chiamato anche Basso, di cui parte delle reliquie furono trasferite ad Ancona e da lì il culto si diffuse sulla costa adriatica, come a Cupra Marittima, Termoli, Fermo, Ascoli Piceno e a Malamocco in Venezia.

Comunque sia, a Nizza a partire dal secolo XVII si sviluppò un diffuso culto per s. Basso vescovo e martire, che nel 1922 è stato nominato patrono secondario della città e della diocesi.

San Pardo Vescovo di Larino o di Mira

Mira?, Grecia – Lucera (Foggia), VII secolo
La dignità di vescovo non è messa in discussione dagli studiosi, quello che invece li fa trovare discordanti è la città di cui fu vescovo. Un gruppo di esperti afferma che san Pardo fu vescovo di Larino (Campobasso) nel Molise, considerandolo il primo della sede episcopale.

Mentre un’altro gruppo afferma che fu vescovo di una città del Peloponneso in Grecia (Mira?), del quale la leggenda racconta, che costretto a fuggire dalla sua sede a causa della persecuzioni (forse quelle derivate dall’iconoclastia), si rifugiò a Roma presso il papa Gregorio II.

Il pontefice gli offrì più volte un’altra sede episcopale, ma egli rifiutò costantemente, desideroso di vivere in solitudine e penitenza in un eremo situato presso Lucera (Foggia), dove poi effettivamente visse in santità gli ultimi anni della sua vita. A questo punto bisogna ricordare che in quei tempi era diventata una vera ossessione per i fedeli delle comunità, avere nella propria chiesa il corpo di un santo o di un martire da venerare; per cui fiorivano i furti o le appropriazioni più o meno violente di dette reliquie, da altri centri che le possedevano, gli agiografi le chiamano “sacre rapine”.

Così anche gli abitanti di Larino riuscirono ad impossessarsi del corpo di s. Pardo nel X secolo, e gli eressero una chiesa dedicata al suo nome, che divenne poi la cattedrale della città, tuttora esistente.

Ad ogni modo qualunque sia la versione giusta, il periodo in cui visse e morì s. Pardo, fu nel VII secolo; c’è da aggiungere che il ‘furto’ delle reliquie di s. Pardo, scaturì per la necessità di sostituire le reliquie di s. Primiano e di s. Firmiano, martiri larinesi, che in precedenza erano state a loro volta trafugate dagli abitanti di Lesina, città sorta sulla costa ad opera degli abitanti di Lucera, la cui città era stata distrutta dai bizantini, e quindi costretti a fuggire in altro luogo.

Come patrono della città e della diocesi di Larino, s. Pardo viene celebrato il 26 maggio, ma i festeggiamenti in suo onore vanno dal 25 al 27 maggio, con sfilata di carri infiorati sul tipo degli antichi carri romani (plaustri) tirati da coppie di buoi e fiaccolata.

ARCIVESCOVO: S.E. Mons. GIANFRANCO DE LUCA

Superficie in Kmq*: 1.424
Abitanti**: 103.121
Parrocchie**: 51
Numero dei sacerdoti secolari*: 56
Numero dei sacerdoti regolari*: 6
Numero dei diaconi permanenti*: 8

Indirizzo della Curia:
Piazza Sant'Antonio, 8
86039 Termoli (CB)
Recapiti:
Tel. 0875 707148
Fax. 0875 707148
E-mail: curia@termolilarino.chiesacattolica.it (segreteria del vescovo); diocesi@termolilarino.chiesacattolica.it (cancelleria)
Sito diocesano (web diocesi)


(*)i dati diocesani tratti dall'Annuario Pontificio, edizione 2009
(**) Totale dei dati diocesani desunti dall'archivio dell'Istituto Centrale per il sostentamento del clero, aggiornamento mensile

 

 
“.. lo zelo alla rinuncia in mezzo a questa società di abbondanza, il generoso impegno per i più deboli ed i non-protetti,la lotta coraggiosa per la giustizia e la pace, sono le caratteristiche dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.."
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