ORDINE EQUESTRE
DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME
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   Sei in >Le Diocesi della Sezione Abruzzo e Molise - Sulmona - Valva
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La Diocesi di Sulmona - Valva

Il territorio diocesano è suddiviso in 76 parrocchie che coprono 49 comuni abruzzesi: 43 in provincia dell'Aquila (valle Peligna), 4 in provincia di Chieti (Gamberale, Palena, Pizzoferrato, Quadri), 2 in provincia di Pecara (Popoli, Bussi sul Tirino).

Concattedrale di Sulmonva

Le parrocchie sono raggruppate in cinque foranie: di Sulmona, di Introdacqua, di Castel di Sangro, di Corfinio e di Popoli.
La sede vescovile è la città di Sulmona, dove si trova la cattedrale di San Panfilo; a Corfinio si trova la concattedrale di San Pelino.

Le città di Sulmona e Valva (l'antica Corfinium, capitale dei popoli italici durante la guerra sociale) risultano essere sedi vescovili almeno a partire dal V-VI secolo: la tradizione ne attribuisce la fondazione a san Feliciano, martire a Foligno nel 249.

Nel corso dei primi secoli le due diocesi furono più volte unite in persona episcopi, tanto che Ferdinando Ughelli (1804) riportò le serie dei vescovi di entrambe in un'unica cronologia: l'unione divenne stabile a partire dal XIII secolo e venne confermata il 27 giugno 1818, con la riforma delle circoscrizioni ecclesiastiche dell'Italia centromeridionale seguita al concordato tra papa Pio VII e Ferdinando I di Borbone.

Dopo il Concilio Vaticano II, con la lettera apostolica Cum cognitum del 15 agosto 1972, papa Paolo VI dichiarò la diocesi di Valva e Sulmona, già immediatamente soggetta alla Santa Sede, suffraganea dell'arcidiocesi dell'Aquila.

Con il decreto Instantibus votis del 30 settembre 1986 la Congregazione per i Vescovi stabilì la plena unione delle Chiese di Sulmona e Valva e la diocesi assunse il titolo attuale (diocesi di Sulmona-Valva).

Concattedrale di San Pelino

San Panfilo di Sulmona era nato nell'VIII secolo nei dintorni della località abruzzese ed era figlio di un pagano che lo ripudiò quando lui si convertì al cristianesimo. Si narra che per questo lo sottopose a una prova: scendere da un carro su un dirupo.

Ci riuscì e fu acclamato alla guida della diocesi. Morì a Corfinio, di cui fu probabilmente anche vescovo. Quattro chierici ne ritrovarono il corpo. Ma, mentre lo riportavano a Sulmona, esso divenne pesante come pietra. Allora si fermarono assetati presso la contrada Ficoroni, e apparve miracolosamente una fontana.

La cattedrale venne eretta sempre nell'VIII secolo sulle rovine di un tempio pagano. Fu poi radicalmente rifatta nel 1075 dal vescovo Trasmondo e finita nel 1119 dal successore Gualtiero. Nei secoli ha subito molti danni. La parte più antica è la cripta. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Sulmona in Abruzzo, deposizione di san Panfilo, vescovo di Corfinio

San Pelino Vescovo. L'episcopato di Pelino va inquadrato nella temperie culturale del settimo secolo, negli anni che immediatamente precedono la distruzione longobarda di Brindisi del 674. Tale nuovo riferimento cronologico, più attendibile rispetto a quello tradizionale che colloca l'episcopato peliniano nel IV secolo, rende piena comprensione della biografia del santo.

Pelino, monaco basiliano formatosi in Durazzo, si trasferisce in Brindisi, in uno coi siri Gorgonio e Sebastio e col suo discepolo Ciprio, in quanto non aderente al Tipo ossia all'editto dogmatico voluto dall'imperatore bizantino Costante II nel 648. Durante l'anno successivo il pontefice Martino scomunica gli autori della nuova eresia; il papa deve, per questo, subire l'arresto, la deportazione a Costantinopoli e l'esilio a Cherson in Crimea ove muore fra il 655 e il 656. Ferme opposizioni al Tipo si ebbero anche in oriente; Massimo il Confessore, maggiore fra i teologi graci del periodo, esiliato nella Lazia, è ucciso nel 662.

Pelino, coi suoi compagni, è anch'egli difensore dell'ortodossia e in Brindisi, i cui vescovi venivano confermati da Roma, pensa di trovare un asilo sicuro. Deve tuttavia accorgersi che non è così; il vescovo Aproculus o Proculus pare sulle posizioni concilianti che già erano state proprie del pontefice Onorio I. L'arrivo dei profughi albanesi, su posizioni molto radicali, non consente tuttavia una politica di mediazione. Pelino spinge su posizioni chiare in difesa dell'ortodossia. Proculus, con procedura inconsueta ma che non manca di esempi comparabili, associa allora il nuovo venuto nell'episcopato designandolo quale suo successore. A tal fine è richiesto l'avallo papale; i sinodi avevano infatti costantemente contrastato ogni tentativo dei vescovi di designarsi un successore.

Valga per tutti il caso di Felice III (526-30) che nominò suo successore l'arcidiacono Bonifacio la cui ascesa al soglio pontificio, proprio per la modalità occorsa, venne ampiamente contestata. Ancora, nel 531, non passò il tentativo di papa Bonifacio II di proporre quale suo successore il diacono Vigilio.

La disposizione con cui Proculus aveva designato il proprio arcidiacono Pelino all'immediata successione aveva dunque bisogno dell'avallo diretto della sede patriarcale romana. Ottenuta la desiderata conferma, seguita la morte di Proculus, il non ancora quarantenne Pelino assume la dignità episcopale; si mostra, in questa veste, fermo e intransigente innanzi ai funzionari imperiali che, infine, lo allontanano dalla cattedra brindisina.

Deportato a Corfinio, viene qui condannato a morte e ucciso probabilmente nel 662, il 5 dicembre, in uno con Sebastio e Gorgonio, bibliotecari ossia archivisti della sede episcopale di Brindisi. Da qui il vasto culto che negli Abruzzi è riservato al santo: patrono della diocesi di Valva - Sulmona, dedicatario della basilica cattedrale di Corfinio e di un piccolo centro abitato nella diocesi dei Marsi.

La vita di san Pelino ha una prima redazione già nel VII secolo, allorché Ciprio, eletto da clero e popolo vescovo di Brindisi, seguita verosimilmente la morte di Costante II nel 668, poté erigere una chiesa in onore del predecessore in cui furono collocate le reliquie di Sebastio e Gorgonio. L'atto sanziona la canonizzazione di Pelino di cui, per l'occasione, sarà stata scritta la vita da proporre come paradigmatica alla popolazione.

Nella basilica Cattedrale di Brindisi gli fu dedicato nel 1771 l'altare che chiude la navata sinistra, ove è rappresentato in una tela dipinta da Oronzo Tiso (1726-1800). La sua memoria, il 5 dicembre, è stata per secoli ampiamente solennizzata considerandosi Pelino principale protettore della città insieme a Leucio.

ARCIVESCOVO: S.E. Mons. ANGELO SPINA

Superficie in Kmq*: 1.814
Abitanti**: 83.909
Parrocchie**: 76
Numero dei sacerdoti secolari*: 57
Numero dei sacerdoti regolari*: 22
Numero dei diaconi permanenti*: 4

Indirizzo della Curia:
Viale Roosevelt, 7
67039 Sulmona (AQ)
Recapiti:
Tel. 0864 34065
Fax. 0864 33522
E-mail: curiasul@tin.it
Sito diocesano

(*)i dati diocesani tratti dall'Annuario Pontificio, edizione 2009
(**) Totale dei dati diocesani desunti dall'archivio dell'Istituto Centrale per il sostentamento del clero, aggiornamento mensile

 

 
“.. lo zelo alla rinuncia in mezzo a questa società di abbondanza, il generoso impegno per i più deboli ed i non-protetti,la lotta coraggiosa per la giustizia e la pace, sono le caratteristiche dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.."
LUOGOTENENZA PER L'ITALIA CENTRALE SEZIONE ABRUZZO E MOLISE VIA VERNIA, 1 - 66100 CHIETI