ORDINE EQUESTRE
DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME
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   Sei in >Le Diocesi della Sezione Abruzzo e Molise - Lanciano - Ortona
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La Diocesi di Lanciano - Ortona

L'arcidiocesi di Lanciano-Ortona è divisa in 42 parrocchie e si estende su un territorio di 99,3 km². Occupa la parte centrorientale della provincia di Chieti e copre i seguenti comuni: Ari, Arielli, Canosa Sannita, Castel Frentano, Frisa, Lanciano, Mozzagrogna,

Concattedrale di Lanciano

Ortona, Poggiofiorito, San Vito Chietino, Santa Maria Imbaro, Tollo e Treglio.

La sede arcivescovile è la città di Lanciano, dove si trova la cattedrale della Madonna del Ponte. A Ortona sorge la concattedrale di San Tommaso Apostolo.

La diocesi di Lanciano fu eretta il 27 aprile 1515 da papa Leone X, ricavandone il territorio dalla diocesi di Chieti; la diocesi, in origine immediatamente soggetta alla Santa Sede, venne resa da papa Clemente VII suffraganea di Chieti con l'elevazione di quest'ultima a sede metropolitana (bolla Super Universas del 1° giugno 1526); a istanza del vescovo Leonardo Marini, il 9 febbraio 1562 papa Pio IV elevò Lanciano alla dignità arcivescovile e la sottrasse alla giurisdizione dell'arcidiocesi teatina.

La sede vescovile di Ortona, di origini antiche, venne restaurata da papa Pio V il 20 ottobre 1570 come suffraganea di Chieti: nel

Concattedraledi Ortona

1604 venne unita alla diocesi di Campli che, benché distante, era, come Ortona, dominio farnesiano in Abruzzo. Con il concordato del 1818 tra papa Pio VII e Ferdinando I di Borbone la diocesi di Ortona e Campli venne soppressa per deficienza di rendite: Campli e il suo distretto vennero accorpate alla diocesi di Teramo, mentre Ortona passò a Lanciano.

La diocesi di Ortona venne nuovamente ripristinata il 19 febbraio 1834 da papa Gregorio XVI e affidata, in regime di amministrazione perpetua, all'arcivescovo di Lanciano: il 24 novembre 1945 Ortona fu invece dichiarata diocesi autonoma unita in persona episcopi all'arcidiocesi lancianese (sede metropolitana).

Con il decreto Fructuosae ecclesiae del 2 marzo 1982 Lanciano perse la dignità metropolitica (pur mantenendo il titolo di arcidiocesi) e venne stabilita la sua unione aeque principaliter con Ortona: l'arcidiocesi di Lanciano e Ortona venne resa suffraganea di Chieti.

Il 30 settembre 1986, con il riordinamento delle circoscrizioni ecclesiastiche d'Italia, la Congregazione per i Vescovi ha dichiarato la plena unione delle Chiese di Lanciano e Ortona e la diocesi ha assunto la denominazione corrente di "arcidiocesi di Lanciano-Ortona".

 

San Tommaso Apostolo

Palestina - India meridionale (?), primo secolo dell’èra cristiana

Chiamato da Gesù tra i Dodici. Si presenta al capitolo 11 di Giovanni quando il Maestro decide di tornare in Giudea per andare a Betania, dove è morto il suo amico Lazzaro. I discepoli temono i rischi, ma Gesù ha deciso: si va. E qui si fa sentire la voce di Tommaso, obbediente e pessimistica: «Andiamo anche noi a morire con lui», deciso a non abbandonare Gesù. Facciamo torto a Tommaso ricordando solo il suo momento famoso di incredulità. Lui è ben altro che un seguace tiepido. Ma credere non gli è facile, e non vuol fingere che lo sia. Dice le sue difficoltà, si mostra com'è, ci somiglia, ci aiuta. Dopo la morte del Signore, sentendo parlare di risurrezione «solo da loro», esige di toccare con mano. Quando però, otto giorni dopo, Gesù viene e lo invita a controllare esclamerà: «Mio Signore e mio Dio!», come nessuno finora aveva mai fatto. A metà del VI secolo, un mercante egiziano scrive di aver trovato nell'India meridionale gruppi inaspettati di cristiani e di aver saputo che il Vangelo fu portato ai loro avi da Tommaso apostolo.

Patronato: Architetti
Etimologia: Tommaso = gemello, dall'ebraico
Emblema: Lancia

Martirologio Romano: Festa di san Tommaso, Apostolo, il quale non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio». E con questa stessa fede si ritiene abbia portato la parola del Vangelo tra i popoli dell’India.

Lo incontriamo tra gli Apostoli, senza nulla sapere della sua storia precedente. Il suo nome, in aramaico, significa “gemello”. Ci sono ignoti luogo di nascita e mestiere. Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 11, ci fa sentire subito la sua voce, non proprio entusiasta. Gesù ha lasciato la Giudea, diventata pericolosa: ma all’improvviso decide di ritornarci, andando a Betania, dove è morto il suo amico Lazzaro. I discepoli trovano che è rischioso, ma Gesù ha deciso: si va. E qui si fa sentire la voce di Tommaso, obbediente e pessimistica: "Andiamo anche noi a morire con lui". E’ sicuro che la cosa finirà male; tuttavia non abbandona Gesù: preferisce condividere la sua disgrazia, anche brontolando.

Facciamo torto a Tommaso ricordando solo il suo momento famoso di incredulità dopo la risurrezione. Lui è ben altro che un seguace tiepido. Ma credere non gli è facile, e non vuol fingere che lo sia. Dice le sue difficoltà, si mostra com’è, ci somiglia, ci aiuta. Eccolo all’ultima Cena (Giovanni 14), stavolta come interrogante un po’ disorientato. Gesù sta per andare al Getsemani e dice che va a preparare per tutti un posto nella casa del Padre, soggiungendo: "E del luogo dove io vado voi conoscete la via". Obietta subito Tommaso, candido e confuso: "Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?". Scolaro un po’ duro di testa, ma sempre schietto, quando non capisce una cosa lo dice. E Gesù riassume per lui tutto l’insegnamento: "Io sono la via, la verità e la vita". Ora arriviamo alla sua uscita più clamorosa, che gli resterà appiccicata per sempre, e troppo severamente. Giovanni, capitolo 20: Gesù è risorto; è apparso ai discepoli, tra i quali non c’era Tommaso. E lui, sentendo parlare di risurrezione “solo da loro”, esige di toccare con mano. E’ a loro che parla, non a Gesù. E Gesù viene, otto giorni dopo, lo invita a “controllare”... Ed ecco che Tommaso, il pignolo, vola fulmineo ed entusiasta alla conclusione, chiamando Gesù: “Mio Signore e mio Dio!”, come nessuno finora aveva mai fatto.

E quasi gli suggerisce quella promessa per tutti, in tutti i tempi: "Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno".

Tommaso è ancora citato da Giovanni al capitolo 21 durante l’apparizione di Gesù al lago di Tiberiade. Gli Atti (capitolo 1) lo nominano dopo l’Ascensione. Poi più nulla: ignoriamo quando e dove sia morto. Alcuni testi attribuiti a lui (anche un “Vangelo”) non sono ritenuti attendibili. A metà del VI secolo, il mercante egiziano Cosma Indicopleuste scrive di aver trovato nell’India meridionale gruppi inaspettati di cristiani; e di aver saputo che il Vangelo fu portato ai loro avi da Tommaso apostolo. Sono i “Tommaso-cristiani”, comunità sempre vive nel XX secolo, ma di differenti appartenenze: al cattolicesimo, a Chiese protestanti e a riti cristiano-orientali.

ARCIVESCOVO: S.E. Mons. CARLO GHIDELLI


Superficie in Kmq*:

305

Abitanti**:

87.891

Parrocchie**:

42

Numero dei sacerdoti secolari*:

42

Numero dei sacerdoti regolari*:

18

Numero dei diaconi permanenti*:

5

Indirizzo della Curia:
Via Gennaro Finamore, 32
66034 Lanciano (CH)
Recapiti:
Tel. 0872 712648
Fax. 0872 715903

E-mail: dioclaor@webzone.it
Sito diocesano (web diocesi)

(*)i dati diocesani tratti dall'Annuario Pontificio, edizione 2009
(**) Totale dei dati diocesani desunti dall'archivio dell'Istituto Centrale per il sostentamento del clero, aggiornamento mensile

 

 
“.. lo zelo alla rinuncia in mezzo a questa società di abbondanza, il generoso impegno per i più deboli ed i non-protetti,la lotta coraggiosa per la giustizia e la pace, sono le caratteristiche dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.."
LUOGOTENENZA PER L'ITALIA CENTRALE SEZIONE ABRUZZO E MOLISE VIA VERNIA, 1 - 66100 CHIETI